Alimentazione: anche il cuore ha bisogno di fibre

Mangiate abbastanza fibre? Se la risposta è no, meglio correre ai ripari: consumare poche fibre mette a rischio il cuore.

Le malattie cardiovascolari derivanti da un’alimentazione squilibrata abbiano provocato in Europa più di 2 milioni di decessi nel 2016, poco meno del 50% di tutte le morti avvenute per queste patologie. E in Italia più del 40% delle morti per infarto, ictus e altre patologie cardiocircolatorie sono strettamente correlate stili di alimentazione sbilanciati. Questi dati, pubblicati sul European Journal of Epidemiology, fanno parte dell’analisi svolta da un gruppo internazionale di ricercatori e scienziati provenienti, fra le altre università, dalla Friedrich Schiller University Jena (Germania) e dalla University of Washington (USA).

Temete sia solo una questione di grassi che irrigidiscono le arterie? Non è così, le fibre hanno un ruolo fondamentale nel benessere del cuore. Gli studiosi del Global Burden of Disease Study hanno considerato un periodo di osservazione che va dal 1990 al 2016 e hanno preso in esame i dati riferiti ai 51 Paesi della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della Sanità.  Secondo quanto emerso una dieta povera di fibre (in particolare quelle provenienti da cereali integrali, ma le si trova anche in frutta e verdura), è il principale fattore di rischio. Oltre alle fibre, hanno un peso importante anche un consumo eccessivo di sale e una dieta povera di omega 3. In base all’indagine, invece, un elevato consumo di bevande zuccherate e di grassi “cattivi” risulta avere un impatto minore sul rischio cardiovascolare dei precedenti squilibri nutrizionali.

Toni Meier, responsabile del team di ricercatori ha sottolineato in merito ai risultati ottenuti: “L’aumentato consumo di prodotti raffinati con poche fibre ha portato a un incremento delle patologie cardiovascolari negli anni recenti”.

Pare proprio il caso di rivalutare gli alimenti integrali.

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